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Storia dell’enneagramma

EnneagrammaBreve articolo sulla storia della figura geometrica dell’enneagramma, molto utilizzata in psicologia. Per cominciare a parlare dell’enneagramma, è necessario partire dalla sue etimologia.

È una parola che deriva dal greco, come molte altre, del resto. Ennea significa nove, e gramma disegno. Per descrivere la sue grafica, possiamo dire che lo si comincia a disegnare partendo da una circonferenza.

Al suo interno viene suddivisa in nove parti uguali che raffigurano la fusione delle leggi del 3 (il tre è un numero molto simbolico: la trinità cristiana, i trimurti indù, ed è un numero perfetto per Dante Alighieri, che lo ha spesso inserito nella sua Divina Commedia) e quella del 7 (anch’esso un numero simbolico, basti pensare ai giorni della settimana, ai sacramenti o ai peccati capitali).

Queste linee interne toccano la circonferenza in nove punti, segnate in senso orario da 1 a 9. Formando così un triangolo equilatero, che ha i vertici nei punti 3, 6 e 9.

Un complicato costrutto geometrico, che proprio per questo rimase sconosciuto fino agli anni ’70, quando Georges Ivanovic Gurdjieff, che cominciò a studiarlo, e il suo lavoro fu ripreso dopo la sua morte dai suoi fedeli studenti, abbastanza in segreto, senza cercare notorietà.

Tra questi spiccava Pëtr Dem’janovič Uspenskij, che scrisse il libro “Frammenti di un insegnamento sconosciuto”, esponendo il pensiero del suo mentore citandolo l’enneagramma, come descritto da noi appena più sopra. Dichiara inoltre che è un simbolo universale, con il quale si può capire qualunque scienza, qualunque legge fisica, rendendo così superflui i libri e le biblioteche.

Comunque questa visione fisica verrà presto superata, e questa figura geometrica verrà usata in psicologia, per lo studio della personalità e del carattere. Merito di Oscar Ichazo e di Claudio Naranjo, che hanno costruito un nuovo significato per lui.

Modificandolo in una tecnica di autoconoscenza e indagine della psicologia, e perciò l’enneagramma si è diffuso nel mondo occidentale, usato non solo per le terapie ma anche per formare persone, soprattutto in ambito lavorativo, e confrontato con altri studi psicologici, come la PNL, o altre mappe di personalità come quella riferita ai tipi psicologici di Car Gustav Jung.